Incipit di “Quo vadis?”, di Henryk Sienkiewicz Era circa mezzogiorno quando Petronio si destò….

Era circa mezzogiorno quando Petronio si destò. Come al solito si sentiva molto stanco. La sera prima aveva partecipato a un festino, dato da Nerone, che si era protratto fino a tarda notte. Da qualche tempo la sua salute era precaria, ed egli stesso ammetteva che la mattina, al momento del risveglio, si sentiva intorpidito e stentava alquanto a riordinare le idee. Ma il bagno mattutino e i sapienti massaggi che le mani esperte di schiavi addetti a tale ufficio gli praticavano in tutto il corpo, lentamente riattivavano il suo sangue pigro e lo rinvigorivano, ritemprando le sue forze. Dall’ elaeothesium, cioè dall’ultimo reparto dei bagni. Petronio usciva come fosse rinato: appariva ringiovanito, pieno di vita, gli occhi scintillanti di letizia e di arguzia. Ed era così elegante, così irreprensibile nell’aspetto, che nemmeno Ottone avrebbe potuto rivaleggiare con lui: egli era un vero arbiter elegantiarum, come diceva Nerone.

[Henryk Sienkiewicz, Quo vadis?, a cura di Riccardo Mainardi, Aldo Garzanti Editore, 1973]

Incipit

Quo vadis?

0 0 voti
Article Rating
Iscriviti
Avvertimi
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments