Caro basket, dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum ho saputo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore non per vincere una sfida ma perché TU mi avevi chiamato. Ho fatto tutto per TE perché è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire vivo come tu mi hai fatto sentire.
Voi mi conoscete, è anche inutile che ve lo dica: sapete benissimo che non farei mai una cosa del genere. Stanno circolando molte storie assurde su quello che sarebbe successo.
Non andiamo a cena assieme, non siamo amici. Ma il rapporto coach-giocatore è ideale. È conflittuale il giusto, perché entrambi amiamo le sfide. Senza Phil non sarei diventato quello che sono.
Sto facendo schifo, sono il 200° miglior giocatore della Nba in questo momento.I miei compagni mi danno la palla, mi fanno dei passaggi meravigliosi. Il loro lavoro è rendermi la vita facile, il mio è di concludere. La cosa più responsabile da fare è fare canestro.
I giocatori europei sono molto più tecnici degli americani, in Europa insegnano a giocare a pallacanestro sin da piccoli, hanno più tecnica. È qualcosa che qui in America dobbiamo sistemare, dobbiamo insegnare ai più piccoli a giocare. Qui si insegna un basket ridicolo, i fondamentali vengono trascurati, per questo abbiamo...
È vero, a volte dico ciò che penso perché gioco ogni gara come se fosse l'ultima ed è frustrante vedere gli altri che non la pensano così. Se la squadra ha bisogno è necessario stringere i denti, anche con qualche infortunio.
È successo, e succede, quando perdi il divertimento per il gioco. Quando ti fai schiacciare da due cose: le aspettative che gli altri hanno nei tuoi confronti, e le distrazioni legate a tutti gli obblighi commerciali che ti stanno attorno. Allora devi ricordarti che quello che fai è una benedizione....