Incipit di “Preda”, di Michael Crichton È mezzanotte. La casa è immersa nel buio. Non s…

È mezzanotte. La casa è immersa nel buio. Non so come andrà a finire. I ragazzi stanno tutti malissimo e continuano a vomitare. Sento mio figlio e la mia figlia maggiore che vomitano in due bagni diversi. Sono andato poco fa a controllarli, per vedere che cosa tiravano su. Sono soprattutto preoccupato per la più piccola. Ho dovuto indurre il vomito anche a lei. È la sua sola speranza.
Io credo di stare bene, almeno per ora. Ma la prospettiva non è certo delle migliori: le persone coinvolte in questa storia sono quasi tutte morte, ormai. E troppe sono le cose su cui non posso avere certezze…
I macchinari sono stati distrutti, ma potrebbe essere ugualmente troppo tardi.
Sto aspettando Mae. È andata al laboratorio di Palo Alto dodici ore fa. Spero che ce l’abbia fatta. Spero sia riuscita a spiegare quanto è disperata la situazione. Credevo che dal laboratorio qualcuno si sarebbe fatto sentire, ma ancora non ho ricevuto notizie.
Mi fischiano le orecchie, e non è certo un buon segno. Sento delle vibrazioni nel petto e nell’addome. La piccola più che vomitare, sta sputacchiando. Mi gira la testa. Spero di non perdere i sensi. I ragazzi hanno bisogno di me, soprattutto la piccola. Hanno paura. E non posso certo rimproverarli.
Anch’io ho paura.
E pensare che una settimana fa il mio problema principale era quello di trovare un lavoro! Ora, invece, mi viene quasi da ridere.
D’altra parte, le cose non vanno mai come ci si aspetta.

Incipit

Preda

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