Incipit di “La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata”, di Gabriel Garcia Marquez Il terzo giorno di pioggia avevano ammazzato ta…

Il terzo giorno di pioggia avevano ammazzato tanti granchi dentro casa, che Pelayo dovette attraversare il suo cortile allagato per buttarli nel mare, perché il bambino aveva passato la notte con e caldane e si pensava fosse a causa del fetore. Il mondo era triste fin dal martedì. Il cielo e il mare erano una stessa cosa di cenere, e le sabbie della spiaggia, che in marzo sfolgoravano come polvere di mica, si erano trasformate in una broda di fango e di molluschi putrefatti. La luce era così moscia a mezzogiorno che, mentre Pelayo stava tornando a casa dopo aver buttato via i granchi, gli costò fatica vedere ciò che si moveva e si lamentava in fondo al cortile. Dovette avvicinarsi molto prima di scoprire che era un uomo molto vecchio, che era rovesciato bocconi nella fangaia, e nonostante i suoi sforzi non poteva sollevarsi, perché glielo impedivano le sue enormi ali.

Incipit

La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata

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