Incipit di “Anno 3000”, di Ron Hubbard Seduto nel buio della prigione, Terl era depres…

Seduto nel buio della prigione, Terl era depresso.
Non si trovava con gli altri Psychlos, che avrebbero fatto di lui batuffoli di pelliccia, ma in un cubicolo che una volta era stato usato per conservare le macchine pulitrici, al livello dei dormitori, e che ora disponeva di un proprio condizionatore di gas vitale. C’era un letto stretto, lungo poco più di tre metri, e uno sportello stagno girevole da cui veniva spinto il cibo. Attraverso le pareti vetrate dello sportello si vedeva il corridoio esterno e sotto la porta era fissato un intercom per ricevere e trasmettere.
Era un luogo sicuro: Terl aveva già tentato tutti i mezzi di fuga, perché non era incatenato, ma a tutte le ore del giorno e della notte c’era una sentinella armata di fucile a ripetizione davanti alla porta.
Era tutta colpa delle femmine, quelle degli animali e di Chirk. La coscienza dei propri errori non era mai stata molto viva in Terl, mentre la convinzione di essere nel giusto era solidissima, tanto più in giorni come quelli.
In vista di una possibile riduzione del castigo – e nella speranza di guadagnarmi la Vostra benemerita clemenza – mi impegno, con la presente, a descrivere tutti i crimini da me commessi contro lo Stato, come da Voi richiesto.

Incipit

Anno 3000

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