Passeggiando per santa Lucia, lungo i parapetti del mare di Posillipo, nel tepore profumato dell'aria notturna gonfia di serenate che salgono da oscuri gruppi di mandolinisti alle finestre banali e felici degli Excelsior e dei Bristol, ho voluto simulare ironicamente, a braccetto con Lina, la luna di miele delle basse...
Sotto l'ala sgualcita del lenzuolo
Aspettavamo lo sterminatore
La voce era di medico e di amico
La favola remava senza riva
Il buio urlante dell'Occupatore
Finestre dov'è un lume ha tutte in mira
Voragine dell'Unità infinita
Che cosa sai di due piccole vite? (L'angelo sterminatore)
Un desiderio vago, come un'aura dell'anima, aveva schiuso pian piano per lei, come per me, una finestra nell'avvenire, donde un raggio dal tepore inebriante veniva a noi, che non sapevamo intanto appressarci a quella finestra né per richiuderla né per vedere che cosa ci fosse di là.