Avete ragione di parlare di "inferno", giacché da quando vi ho lasciato, vivo in una specie di inferno intellettuale, ossia in un paese ove l'intelligenza e la scienza sono reputate cose infernali da chi ha la bontà di governarci. (da una lettera a De La Rive)
Non è la letteratura né il vasto sapere che fa l'uomo, ma la sua educazione alla vita reale. Che importanza avrebbe che noi fossimo arche di scienza, se poi non sapessimo vivere in fraternità con il nostro prossimo?
Mentre tutte le altre scienze sono avanzate, l'attività di governare si trova a un punto morto: è un po' meglio compresa e poco più praticata oggi, rispetto a tre o quattro mila anni fa.
Mentre il nome d'alcuni popoli si trova scritto con note gloriose sul vestibolo d'ogni scienza, innumerevoli nazioni si sono estinte senza lasciar di loro al mondo una sola idea. Oggi ancora le selve dell'America, le lande dell'Africa, e dell'Australia, ampie regioni dell'Asia, alcune estremità dell'Europa, sono seminate di genti dal...
Non siamo più in grado di fare l'ingegneria della storia – di dominare la storia – perché non abbiamo un sapere politico-sociale fondato sul "saper fare", sul know how. Nelle discipline scientifiche è diverso, per esempio abbiamo una fisica pura e una fisica applicata; ma nelle discipline sociali la scienza...
Sulla soglia della scienza, come sulla porta dell'inferno, si deve porre questo ammonimento: Qui si convien lasciare ogni sospetto
Ogni viltà convien che qui sia morta.
Un giorno scaturirà dalla mente della scienza una macchina o una forza talmente spaventosa nella sua potenzialità, così assolutamente terribile, che perfino l'uomo, il combattente, colui che è disposto a sfidare la tortura e la morte per infliggere la tortura e la morte, sarà atterrito e allora abbandonerà per sempre...