Ho avuto il privilegio di crescere in un periodo di rivoluzione culturale. E la musica ne è stata una componente. Forse non sono stata altro che una pedina, ma sono contenta, comunque, di aver contribuito a cambiare qualcosa.
Preferisco essere considerato un evoluzionista che un rivoluzionario, uno a cui piace riformare le cose in modo costruttivo. I rivoluzionari puri non sono mai arrivati da nessuna parte, nemmeno nella moda.
La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso,...
Viviamo negli ultimi anni una grandissima rivoluzione, di cui non abbiamo ancora apprezzato le potenzialità. Credo che i quotidiani on line saranno dei veri e propri autonomi quotidiani che risponderanno ad altre, diverse esigenze, che si integreranno di più con i quotidiani che verranno sempre stampati.
Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
In passato il dittatore rovesciava la democrazia, il passaggio all'autocrazia era manifesto, rivoluzionario. Oggi questo processo avviene senza alcuna rivoluzione, senza neppure bisogno di riforme. Il caso più potente è la Russia di Putin: formalmente resta un sistema semipresidenziale, ma di fatto un uomo solo si è impadronito del potere...