In questo momento il mondo, senza accorgersene, sta vivendo la terza guerra mondiale: quella dell'informazione. L'unico modo per salvarsi è sapere. Conoscere le notizie. Noi abbiamo un mezzo, la Rete, che ci consente di arrivare dritti alle notizie. La politica, le televisioni, i giornali arrivano sempre dopo.
Mio padre ha subito in vent'anni una persecuzione giudiziaria senza precedenti, è stato il bersaglio di organi di informazione che dividevano con un gruppo di toghe ideologie, interessi, obiettivi. La presunzione di colpevolezza ha sostituito quella d'innocenza, l'incertezza del diritto ha stravolto i principi giuridici. E si è arrivati persino...
Gli italiani cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell'informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile.
Le barriere non servono. Quello che occorre fare è una politica di risposta all'immigrazione attraverso l'informazione, un continuo monitoraggio e la capacità di istruire e qualificare la manodopera.
In questi anni c'è stata una tendenza a guardare molto i cosiddetti parametri quantitativi. Sia chiaro, si tratta di elementi importanti, ma che non sono in grado di fornire una completa informazione sull'azienda da valutare e sulle sue potenzialità. Gli elementi di natura qualitativa, invece, aiutano a valutare il futuro...
Sono stato sentito per più di due ore dalla commissione anti-trust e ho spiegato che, nelle condizioni attuali l'informazione televisiva è completamente appaltata ai partiti. Per garantire il pluralismo bisogna dare spazio alle televisioni commerciali.
La mancanza di adeguata informazione unita al comportamento opportunistico della burocrazia, impediscono una pianificazione efficace anche in presenza della decentralizzazione, soprattutto a lungo termine. E la cosa vale non soltanto per lo stato, ma anche per le imprese.
Vedo con una certa preoccupazione, per esempio, che canali digitali o via etere possono essere concentrati nelle mani di un singolo editore, di un singolo magnate che può in qualche modo condizionare la politica, non solo del Paese nel quale investe, magari dei molti Paesi nei quali investe. Questo è...
Chillo ha da murì.Ci vogliono buttare fuori dal mercato.In teoria la Rai avrebbe un tetto massimo di raccolta pubblicitaria stabilito dal Parlamento. Non lo rispetta, sfora di 100 miliardi e nessuno la punisce. Adesso la magistratura indaga. Però sicuramente non se ne farà nulla. Parliamo d'informazione televisiva. È lottizzata. La...