Nel periodo dell'antiterrorismo avevo dietro di me l'opinione pubblica, l'attenzione dell'Italia che conta. I gambizzati erano tanti e quasi tutti negli uffici alti, giornalisti, magistrati, uomini politici. Con la Mafia è diverso, salvo rare eccezioni la Mafia uccide i malavitosi, l'Italia per bene può disinteressarsene. E sbaglia.
Detesto le persone autoreferenziali, la gente che parla sempre di se e non è mai disponibile all'ascolto. Invece, ci sono persone che ti guardano e senti che pongono la loro attenzione su di te. Trovo questo molto meglio di un bel viso, di un bel corpo, di un bel seno.
L'attenzione media di tutti noi telespettatori è calata, dopo un minuto lento, cambiamo subito canale perché ormai siamo abituati a condurre una vita "multi-tasting", con più telefoni, facebook e youtube.
Le donne è proprio questo che desiderano da un uomo: il suo tempo. Uno scampolo dell'attenzione ossessiva che di solito riserva al lavoro e al calciomercato.
Sono sempre stato un televisivo radiofonico. Anche in televisione ho sempre curato i contenuti e pochissimo l'immagine. Questo l'ho imparato alla radio dove per attrarre l'attenzione devi utilizzare parole e ritmo.
Nella televisione l'attenzione per il pubblico da parte dell'autore non può venire meno: il problema è non essere superficiali, banali, creando dei copioni noiosi che tendono a spiegare tutto, sottovalutando l'intelligenza delle persone.
La polizia è il pubblico e il pubblico è la polizia; nella polizia devono esserci solo i membri del pubblico, pagati per prestare attenzione a tempo pieno ai doveri che incombono su ogni cittadino, nell'interesse del benessere della comunità.
Sebbene all'anima sia presente un'immagine non dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a questa, ma dobbiamo rivolgerci a questa immagine come guardando attraverso di essa.