Può l'industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell'indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?
Non sono della generazione di MTV, uno che deve essere sempre presente nelle classifiche o sotto gli occhi di tutti. Sono un compositore, ho i miei ritmi: scrivo e incido quando riesco. Se non ci riesco non lo faccio.
Non sento il peso delle rinunce che ho dovuto fare per dedicarmi alla mia crescita artistica, capita in qualunque professione di dover investire per raccogliere più avanti. Ho investito, sono cresciuto e nonostante i ritmi ancora sostenuti riesco a dedicarmi ad altro.