Non penso all'importanza o alla tensione della partita, ma alla voglia che ho di divertirmi e il calcio per me è tutto, quindi mi impegno al massimo sempre, in allenamento o in partita non fa differenza.
Da bambino il mio unico desiderio era giocare a calcio e che i miei genitori potessero vedermi in tv. Quel che è venuto dopo, la fama, il denaro, i trofei... tutto fantastico ma non paragonabile alla prima volta che mio papà mi ha visto in televisione.
Il calcio è come una droga, ti entra nel sangue, per cui quando io alleno sono normale, tranquillo, sereno, più c'è pressione e più riesco ad essere lucido. Quando non alleno non c'è più quella droga, per cui sono super nervoso, mi incavolo facilmente, insomma, è difficile.