Una volta seduto, Mansani si allentò la sciarpa, perché la lana gli dava prurito al mento; si sfilò i guanti, buttò indietro il cappello, e tirò fuori il pacchetto di Macedonia dalla tasca interna della giacca. La prima sigaretta della giornata: la migliore. L'accese, l'aspirò profondamente, e ricacciò il fumo...
Silenzio e solitudine, il fiume penetra in mare, nell'occano senza limiti, sotto il cielo spalancato; la fine e il principio. Dune immense, nitide montagne di sabbia, la bimba che corre in salita come una capretta, sul viso la chiarità del sole e il sibilo del vento, i piedi lievi e...
Nemmeno le nubi assolate possono fare stamane
gonne così. Né la donna in ambulanza,
il cui rosso cuore sboccia prodigioso dal matello.
Dono, dono d'amore
del tutto non sollecitato
da un cielo
che in un pallore di fiamma accende i suoi
ossidi di carbonio, da occhi
sbigottiti e sbarrati sotto cappelli a bombetta.
O Dio, chi sono mai
io da...
Da dietro lo schermo di cespugli che circondava la sorgente, Popeye guardava l'uomo che beveva. Un sentiero appena visibile portava dalla viottola alla sorgente. Popeye guardò l'uomo – un uomo alto e magro, senza cappello, con un paio di vecchi pantaloni di flanella grigia e una giacchetta di tweed sul...
Toh! ancora la nostra vecchia palandrana! L'esclamazione era sfuggita a uno scrivano, del genere di quelli che negli studi vengon chiamati galoppini e che in quel momento affondava i denti mangiando con grande appetito, un pezzo di pane. Lo scrivano ne staccò un po' di mollica per farne una pallottola...
Era l'alba quando Billy Buck emerse dalla foresteria e per un momento si soffermò sotto il portico a guardare il cielo. Era un uomo piccolo e ben piantato, con gambe arcuate e baffi da tricheco; aveva mani larghe e muscolose, grassocce al palmo, ed occhi contemplativi, di un grigio slavato;...
LA NOTTE PRIMA DI NATALE
Si addentrò a passo sicuro nella neve alta di Central Park. Era tardi, ormai, anche se non sapeva esattamente che ore fossero. Le rocce in direzione del Ramble erano una massa nera sotto le stelle. Riusciva a udire e a vedere il proprio respiro: Temple Gault...
Ho sempre amato i cappelli, forse perché mia madre mi aveva abituato a indossarli. Trovo che diano tono a un abbigliamento semplice. Ne ho di tutti i colori, compresi i Panama che usavo a Dubai, quando andavo a trovare mio maritoche lavorava là, in una banca d'affari.
Ho passato la vita a mettermi il cappello con i campanelli e voglio essere libero di sfottere sia il il re sia il vescovo. Bisogna stare al di sopra degli altri per poter ridere di tutto e di tutti.
Abbiamo trovato un nuovo sistema per sfondare i cordoni... Quando si muovono gli squadroni a cavallo, i fascisti non devono fuggire, ma restare fermi, agitando fazzoletti bianchi e cappelli.