La crisi ha fatto capire che la funzione finanza è strategica per le imprese. Ha mostrato alle imprese e agli imprenditori che occorre crescere culturalmente e dimensionalmente, sperimentando nuovi strumenti di debito e aprendo il proprio capitale a investitori esterni.
In questi anni c'è stata una tendenza a guardare molto i cosiddetti parametri quantitativi. Sia chiaro, si tratta di elementi importanti, ma che non sono in grado di fornire una completa informazione sull'azienda da valutare e sulle sue potenzialità. Gli elementi di natura qualitativa, invece, aiutano a valutare il futuro...
In un villaggio economico dove le medie di settore non sono più significative, è doveroso valutare le singole aziende considerandone appieno le potenzialità. Le imprese, dal canto loro, devono sempre più prepararsi a dialogare con le istituzioni finanziarie, trasmettendo loro informazioni chiare, complete e trasparenti.
Riteniamo che si possa costruire un percorso di evoluzione, continuità e cambiamento, perché le complessità che abbiamo di fronte non ci concedono il lusso di litigare.
Senza crescita è difficile immaginare una ripresa, ma la crescita passa anche per lo stimolo agli investimenti privati, che resta per noi centrale. In tal senso la politica economica diventa elemento di competitività per le imprese e per il rilancio industriale del paese.