Da bambino il mio unico desiderio era giocare a calcio e che i miei genitori potessero vedermi in tv. Quel che è venuto dopo, la fama, il denaro, i trofei... tutto fantastico ma non paragonabile alla prima volta che mio papà mi ha visto in televisione.
Sono nato in mezzo al bisogno, vengo da una famiglia povera. Con la mia Fondazione voglio offrire ai bambini cure mediche, istruzione e attività sportiva. Un bambino sano e istruito ha molte più possibilità di avere una vita decente.
La mia speranza, come quella di tutti, è che quanto sta accadendo serva per un cambiamento in meglio. Chi scende in strada in Egitto, Tunisia, Libia chiede democrazia, lavoro, libertà. Ma tutto deve accadere nell'interesse di quei popoli, non di nuove élite o, peggio, di poteri stranieri. Per tutta l'Africa...
Per troppi africani non c'è futuro, c'è solo la morte. Ecco perché salgono sulla prima barca che può portarli in Europa. Tanto, morire per morire, vale la pena di rischiare. Non hanno niente da perdere. Li capisco.
Io non ce l'ho con gli italiani che pensano: “Questi vengono a portarmi via il lavoro”. Ce l'ho con chi non fa nulla per risolvere il problema, i governi africani come i governi occidentali. Senza dimenticare la cooperazione: le onlus raccolgono tanto denaro ma tutti questi soldi in Africa non...
Da bambino non avevo la televisione in casa, oggi mi rifaccio. Guardo soprattutto programmi d'informazione. Il problema è che rimango come ipnotizzato dallo schermo televisivo, anche nelle trasmissioni più inutili riesco a trovare qualcosa di interessante.
L'Italia è veramente un Paese strano, basta vedere quello che sta succedendo con Silvio Berlusconi. Si parla solo di lui dimenticandosi problemi ben più gravi, come la fame nel mondo, le guerre, la povertà. Qui chi urla di più, chi fa più casino ha ragione e viene rispettato. Voi italiani...
Chi non è mai stato in Africa non può capire a che livello è arrivata la disperazione degli africani. Ogni estate porto in Camerun degli amici europei, gente che non lo dice ma che nella propria testa magari pensa: “Perché non se ne stanno a casa loro invece di venire...
Io non ho avuto molte possibilità di scegliere. Mio padre mi diceva: fai così, questo è giusto, questo è sbagliato. Non critico mio padre, erano altri tempi, altre condizioni economiche. Il mio unico obiettivo è che i miei figli siano felici e pensino: "Che papà meraviglioso abbiamo".