Era proprio un mio desiderio quello di portare al pubblico un uomo che non fosse mai vincitore, ma sempre uno sconfitto: anche le mie "bufere", il mio corazziere, il mio Napoleone erano i drammi di un uomo piccolo.
Sono un personaggio russo. Potrei fare tutti i personaggi russi che esistono: dalle "Anime morte" a quello che prende gli schiaffi. A me "Il cappotto" andava bene di taglia e di cervello.
Ho cercato, innanzitutto, di crearmi una maschera, non tingendomi il volto, o annerendomi il naso; né volevo il successo puntando sulle gambe delle donnine. Volevo creare un personaggio concreto e nello stesso tempo sfasato nel linguaggio.