L'amore è solo cosmico: niente ragionamenti. Eros non voleva il giudizio di Psiche, il Dio supremo della vita. Non poteva essere annientato dai luoghi comuni. Il buio è il suo e il nostro compagno di viaggio.
Come può la nostra anima aiutarci, se, mentre ci porta l'infinito, analizziamo territori limitati di noi stessi, chiedendoci come andrà a finire? L'infinito non finisce, solo il nostro Io riporta tutto alla banalità.
Nessuno ha bisogno di amore, perché l'amore è dentro di noi, si tratta solo di aprirgli la porta. È il nostro orgoglio che ci impedisce di lasciarci andare ed è per questo che poi rischiamo di incontrare persone che ci trattano male. Facendoci trattare male, sopprimiamo l'orgoglio. Occorre rompere questo...
Eros con le sue ali, rivela che appartiene a mondi sottili, aerei, rapidi, celesti, che vive in una dimensione invisibile, quella dell'anima, e che solo la mente libera dalle identificazioni può coglierne la portata.
Ci innamoriamo per produrre la chimica della gioia di vivere, terapeutica come nessun altro farmaco, e ci ammaliamo quando vogliamo condurre, dominare o relegare nei luoghi comuni l'unico Dio che è la nostra salvezza e la nostra speranza: Eros.
Si soffre quando ci ostiniamo a cercare l'amore ideale, quello del principe azzurro delle fiabe, quando lo vogliamo collocare nei luoghi comuni, negli schemi, negli stereotipi in cui ci siamo identificati. "L'ideale" scrive Nietzsche "è una menzogna che pesa sulla realtà".
Che cosa vuol dire ricominciare? Per l'anima noi non siamo né inizio, né fine: tutta la nostra vita si svolge fuori dal tempo. Non c'è niente da ricominciare.