Ho avuto un rigetto, poi crescendo mi sono riavvicinata alla fede. In chiesa ci vado spesso a prendere energia, e a casa ho una specie di altarino con una collezione di Madonne antiche e Sante "guerriere".
Giulio Andreotti era un genio, un'intelligenza incredibile. Salì sul palco e Oreste Lionello lo imitava: non capivo quale fosse il vero e quale la copia.
Il mio agente diceva che portava fortuna la doppia iniziale: CC, BB, PP... Doveva essere una parola facile da ricordare, come "i prati sono in fiore". Pamela è il nome che ho sempre sentito mio, forte ed elegante. Già da piccola a mia madre dissi: “Mi chiamo Pamela, non Paola,...
Sinceramente è difficile trovare un mio insuccesso, ho sempre fatto le scelte giuste e ho ancora tanto da dire. Vorrei un programma tutto mio oppure, perché no, fare Sanremo.
Non ho avuto figli. Non è stata una mia scelta, semplicemente non c'è stata l'occasione, dato che i figli si fanno in due. Ma non vivo la cosa con tristezza.
Sono cose che non si elaborano mai fino in fondo. Le mie cure sono state l'amore per me stessa e gli insegnamenti di mia madre che oggi, anche se non c'è più, continua a darmi. Poi ci sono il pubblico e il lavoro che amo. Mi è stato tolto tanto...
Ho 5.000 paia di scarpe in garage e altre 400 in casa. È la rivincita di quando, alla Prima Comunione, le suore mi misero un paio di scarpe strette che mi facevano malissimo. Mi dissi: "Quando sarò ricca me ne comprerò tantissime".
Tutti rimpiangono la Prima Repubblica, mi pare. Il nostro era un Paese meraviglioso, oggi non abbiamo niente. Era tutto più bello: se guadagnavi un milione di lire al mese ti sentivi un signore, vivevi benissimo. Oggi abbiamo i soldi del Monopoli, se hai cinquanta euro in tasca ti partono tutti...
In collegio andavamo tre volte al giorno in chiesa, ci insegnavano a ricamare. E ci punivano, tanto, anche con botte. Se parlavamo in dialetto arrivavano le bacchettate: io ho imparato il sardo di nascosto per comunicare con mia madre.
E' un peccato che lo spettacolonon sia più sullo schermo, gli italiani ne avrebbero bisogno: non c'è più un varietà che unisce la famiglia. Tutte le sere la gente viene a teatro, anche se piove, anche se non trova il parcheggio, viene ed è felice.