Eravamo a Cortina a colazione al Posta. Il principe Lilio Ruspoli era al tavolo vicino. Carmelo Bene gli diede del fascista. Al che, Lilio, lo sfidò a duello.
Ho fatto solo un mini lifting al collo, a Parigi, a 55 anni. E mi sono limata un dente lungo che piaceva molto a Goffredo Parise. Lo chiamava “il bel dentino”. Ora vorrei farmi di tutto, ma a causa cancro, non posso, non mi è permessa neanche una punturina.
Non avevo una lira, ma vivevo da miliardaria. Vivevo al Grand Hotel. Ero spesata dall'industriale Roberto Gancia, detto “Sgancia”. Si era innamorato di me ed era bello, alto, playboy. Erano tempi in cui gli uomini facevano ancora follie per le donne. Un giorno, ero nella villa sull'Appia dove avevo vissuto...
Che tutto può succedere, che non bisogna mai giudicare. E che conviene essere veri, anche se è scomodo.
Cit.
Corriere.it, intervista del 2 dicembre 2016
Non avevo mai letto Parise e avevo letto poco di Moravia, giusto i libri che a casa mia erano all'indice. Quelli un po' pruriginosi. Parlare di letteratura, per me, sarebbe stato un totale imbarazzo. Ma loro dicevano che uno può essere ignorante, però intelligente. Solo che io li ascoltavo e...
Sull'Appia Antica, per un periodo, abitò anche Roman Polanski. Girava "What?" con Romy Schneider. Avemmo un flirt, non ne ho un ricordo speciale. In quel periodo avevo una storia più intensa con il produttore Bob Evans, anche lui di stanza provvisoria a Roma. I due erano amici, si scazzarono. Roman...
Ho sniffato anche l'eroina, una o due volte, solo per capire che significava drogarsi e poterlo aiutare meglio. Per fortuna, la droga non faceva per me. Il mio Caronte che mi traghettò fuori da quella relazione fu il giornalista Lino Jannuzzi. Quando Franco Angeli si vide tradito, mi lasciò.
Una volta, di fronte a un menu troppo raffinato, Parise chiese al cameriere un brodo col pane secco. Era un pauperista, aveva case ovunque, ma lodava la povertà.
Ero una ragazza indomita, amavo divertirmi e luimi diceva “sei un'ignorante, non andare a ballare, vieni con me che t'insegno...”. Un giorno, in macchina, in Piazza del Popolo, lo feci fermare, scesi, lo presi a calci e lo mandai a quel paese. Troppo gigione, troppo “t'insegno la vita”.
Elsa Morante, prima moglie di Moravia, la prima volta che mi vide, esclamò: “Tutta qui questa gran bellezza!”. Un'altra, urlò che andavo solo su giornalacci. Era scorbutica, ma se la conoscevi era capace di poesia e di trasporto. Però sono stata più amica delle altre donne di Alberto: Dacia Maraini...