Esordii nel giugno del 1989, contro la Juventus. Me lo ricordo come fosse adesso. Materazzi, che era il nostro allenatore, mi disse di scaldarmi. Perdevamo quattro a due, mancavano sette minuti alla fine. Io ero teso, ovviamente. Il mister mi guardò e disse, semplicemente, la parola che per me è...
Mio padre, che faceva il metalmeccanico a Pomezia, mi ha sempre insegnato che nella vita sono importanti due cose: il lavoro e il divertimento. Questo mi ha aiutato a vivere il football, da subito, come una pura passione. Vivevo il sogno del calcio, non la smania del calcio.