I primi tempi in Spagna sono stati duri: lontano dalla mia terra, dai miei genitori, dalla mia gente. Ero un ragazzino che non usciva quasi mai di casa se non per gli allenamenti e per la quotidiana iniezione di ormoni in ospedale. Poi è arrivato mio fratello Rodrigo, venuto a...
So che Maradona mi riempie di elogi e mi considera il suo unico erede, ma io non ce la faccio neanche a prendere in mano il telefono per ringraziarlo. Mi vergogno. Sono lusingato da lui e da tutti gli altri per l'accostamento, ma Diego è troppo più di me.
Tra me e il pallone cè un rapporto speciale. Ancora oggi, come quando ero bambino, so già come dovrò trattarlo e cosa dovrò farne prima ancora che mi arrivi tra i piedi.