In tutte le mie Intercenali voglio che i miei lettori vedano come io abbia soprattutto voluto renderli partecipi della mia arguzia e abbia cercato argomenti adatti ad alleviare le loro più serie preoccupazioni.
Tiene in sé la pittura forza divina non solo quanto si dice dell'amicizia, quale fa gli uomini assenti essere presenti, ma più i morti dopo molti secoli essere quasi vivi, tale che con molta ammirazione dell'artefice e con molta voluttà si riconoscono.
Architettore chiamerò io colui che saprà con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini.
Per questo assai si può persuadere al pittore che 'l bianco e 'l nero non sono veri colori, ma sono alterazione degli altri colori, però che il pittore truova cosa niuna con la quale egli ripresenti l'ultimo lustro de' lumi, altro che il bianco, e così solo il nero a...
...che si come gli orecchi restano offesi da una musica che fa strepitio o dissonenza o durezza così restano offesi gli occhi da colori troppo carichi o crudi. Conciò sia che il troppo acceso offende il disegno e lo abbaccinato, smorto, abbagliato e troppo dolce pare una cosa spenta, vecchi...
E quant'io, certo così estimo ottimo indizio d'uno perfettissimo ingegno essere in chi molto si diletti di pittura, benché intervenga che questa una arte così grata ai dotti quanto agl'indotti, qual cosa poco accade in quale altra si sia arte, che quello qual diletti ai periti muova chi sia imperito.