La globalizzazione culturale è una forma di totalitarismo; la tv è totalitarismo, le persone che stanno quattro ore al giorno davanti la tv sono vittime del totalitarismo.
Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà.
La mia lotta particolare è la lotta contro il cinema americano, contro l'imperialismo economico ed estetico del cinema americano che manda in rovina il cinema mondiale.
Io improvviso, forse, ma con dei materiali che risalgono a parecchio tempo fa. Si raccolgono per anni mucchi di cose, e le si mettono tutt'a un tratto in ciò che si fa.
La scoperta del cinema, per quelli della mia generazione, è stata la Cinemateque di Parigi diretta da Langlois, ci ha fatto vedere film, scoprire altri mondi che pittura e letteratura non ci avevano fatto conoscere. Era la Nouvelle Vague. Ora i tempi sono altri.
Harris dice che è straordinario poter mostrare una prostituta in televisione, ma io non ci trovo niente di straordinario, dato che se ne vedono in onda parecchie tutti i giorni. Io vedo un'analogia fra pubblicità e prostituzione: in un certo senso, la pubblicità è il pappone e noi le sue...
Le cinematografie nazionali non esistono quasi più. Decenni fa invece sono esistite e sono state il simbolo dell'identità nazionale del loro paese, penso al cinema tedesco prima di Hitler, a quello russo del '17, al cinema italiano e francese del dopoguerra.