Frasi e Citazioni di Incipit Giorgio Faletti
Incipit di “La piuma”, di Giorgio Faletti La piuma arrivò risalendo il vento. Nessuno si …
La piuma arrivò risalendo il vento.
Nessuno si accorse di questo strano fenomeno, forse nemmeno il vento stesso, che per natura ha canne da piegare e foglie da girare sulle dita e stagni da stupire con gocce di pioggia che lasciano cerchi improvvisi e bolle sulla superficie immota dell'acqua. Tracciando il...
Incipit di “Pochi inutili nascondigli”, di Giorgio Faletti «La casa è piuttosto strana, però di qua la vis…
«La casa è piuttosto strana, però di qua la vista è stupenda!»
In piedi sulla soglia, Marco si girò verso la sorella. Stava ritta sulla scogliera che precipitava a picco nel mare, una ventina di metri oltre il piccolo giardino delimitato da un muretto bianco.
Il suo maglione rosso era una macchia...
Incipit di “Appunti di un venditore di donne”, di Giorgio Faletti Quando io e Daytona usciamo in strada è l’alba….
Quando io e Daytona usciamo in strada è l'alba.
Ci fermiamo sul marciapiede a due passi di distanza l'uno dall'altro, a respirare l'aria fresca del mattino, che persino in una grande città dà l'idea di essere pura. In realtà il respiro di Milano è un fiato pesante, esattamente come gli aliti...
Incipit di “Fuori da un evidente destino”, di Giorgio Faletti La terra non ha memoria. Il vento si nutre di p…
La terra non ha memoria.
Il vento si nutre di polvere e cespugli rotolati e dell'orgoglio di impronte cancellate e nuvole disperse. Ora che la mia gente di quelle stesse nuvole è fatta e con quelle stesse orme ha camminato, non c'è altro da attendere ancora. Non sarà Kokopelli, il suonatore...
Incipit di “Io sono Dio”, di Giorgio Faletti Inizio a camminare. Cammino lento perché non ho…
Inizio a camminare.
Cammino lento perché non ho bisogno di correre. Cammino lento perché non voglio correre. Tutto è previsto, anche il tempo legato al mio passo. Ho calcolato che mi bastano otto minuti. Al polso ho un orologio da pochi dollari e un peso nella tasca della giacca. È una...
Incipit di “Io uccido”, di Giorgio Faletti L’uomo è uno e nessuno. Porta da anni la sua fa…
L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a...
Incipit di “Niente di vero tranne gli occhi”, di Giorgio Faletti Il buio e l’attesa hanno lo stesso colore. La r…
Il buio e l'attesa hanno lo stesso colore.
La ragazza, che un giorno sarà seduta nell'oscurità come in una poltrona, ne avrà avuto a sufficienza dell'uno e dell'altra per averne paura. Avrà imparato fin troppo bene e a sue spese che la vista a volte non è un fatto esclusivamente fisico...
Incipit di “Fuori da un evidente destino”, di Giorgio Faletti La terra non ha memoria. Il vento si nutre di p…
La terra non ha memoria.
Il vento si nutre di polvere e cespugli rotolati e dell'orgoglio di impronte cancellate e nuvole disperse. Ora che la mia gente di quelle stesse nuvole è fatta e con quelle stesse orme ha camminato, non c'è altro da attendere ancora. Non sarà Kokopelli, il suonatore...
Incipit di “Appunti di un venditore di donne”, di Giorgio Faletti Quando io e Daytona usciamo in strada è l’alba….
Quando io e Daytona usciamo in strada è l'alba.
Ci fermiamo sul marciapiede a due passi di distanza l'uno dall'altro, a respirare l'aria fresca del mattino, che persino in una grande città dà l'idea di essere pura. In realtà il respiro di Milano è un fiato pesante, esattamente come gli aliti...