giovedì, Novembre 21, 2024
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Frasi e Citazioni di Incipit Edith Wharton

Incipit di “La scogliera”, di Edith Wharton “Ostacolo imprevisto. Pregoti rinviare tua venu…

"Ostacolo imprevisto. Pregoti rinviare tua venuta a fine mese. Anna." Lungo tutto il tragitto, dalla stazione londinese di Charing Cross fino a Dover, le parole di questo telegramma avevano seguitato a martellare negli orecchi di George Darrow, risuonandovi in mutevoli toni d'ironia: ora quelle comunissime sillabe crepitavano come una scarica di...

Incipit di “Febbre romana”, di Edith Wharton Sulla terrazza-ristorante del loro albergo roma…

Sulla terrazza-ristorante del loro albergo romano, due signore di mezza ma ben conservata età lasciarono il tavolo della colazione per andare ad appoggiarsi alla balaustra; e dopo essersi scrutate a vicenda posarono gli occhi, con la stessa aria di vaga ma benevola approvazione, sulle gloriose rovine del Palatino e del...

Incipit di “La valle della decisione”, di Edith Wharton C’era una grande quiete nella piccola cappella …

C'era una grande quiete nella piccola cappella abbandonata. I rumori della fattoria giungevano fievoli attraverso le porte chiuse: le urla d'incitamento ai buoi nei campi lontani, l'abbaiare lamentoso del vecchio cane da guardia e i richiami collerici di Filomena dalla cucina alla piccola trovatella dal viso smorto. Quel giorno di febbraio...

Incipit di “Gli occhi”, di Edith Wharton Eravamo dell’umore ideale per occuparci di fant…

Eravamo dell'umore ideale per occuparci di fantasmi, quella sera dopo un'ottima cena in casa del nostro vecchio amico Culwin: tutto merito di un racconto di Fred Murchard, la cronaca di una sua singolare e personale avventura. Vista attraverso il fumo dei nostri sigari al tranquillo chiarore di un fuoco di carbone,...

Incipit di “Dopo”, di Edith Wharton “Oh, certo che ce n’è uno ma non lo riconoscere…

"Oh, certo che ce n'è uno ma non lo riconoscerete mai." L'affermazione, gettata lì ridendo, sei mesi prima, in un giardino pieno della luce dorata di giugno, si riaffacciò alla mente di Mary Boyne, apparendole sotto tutt'altra luce, mentre, nel crepuscolo di dicembre, attendeva che le lampade fossero portate in biblioteca. Quelle...

Incipit di “Il campanello della cameriera”, di Edith Wharton Era l’autunno dopo che mi ero ammalata di tifo….

Era l'autunno dopo che mi ero ammalata di tifo. Al termine di tre mesi d'ospedale, quando ne uscii ero talmente debole e malridotta, che le due o tre signore cui mi rivolsi per lavoro non se la sentirono di assumermi. Gran parte dei miei risparmi si erano volatilizzati nel frattempo,...

Incipit di “Kerfol”, di Edith Wharton “Dovresti proprio comprarla”, mi aveva detto il…

"Dovresti proprio comprarla", mi aveva detto il mio ospite. "è il luogo ideale per un tipo solitario come te. E non sarebbe niente male essere il proprietario della più romantica dimora di tutta la Bretagna. I proprietari attuali sono in rovina e la puoi avere per quattro soldi. Sì, dovresti...

Incipit di “I bucanieri”, di Edith Wharton A Saratoga la stagione delle corse era al culmi…

A Saratoga la stagione delle corse era al culmine. Il termometro era salito oltre i trenta gradi, e una nebbiolina dorata filtrava i raggi del sole, alzandosi dagli olmi lunga la via di fronte al Grand Union Hotel e dagli stenti prati disseminati di giovani abeti e protetti contro le...

Incipit di “L’età dell’innocenza”, di Edith Wharton Una sera di gennaio del 1872 o 73 Christine Nil…

Una sera di gennaio del 1872 o 73 Christine Nilsson cantava nel Faust all'Accademia Musicale di New York. A quei tempi infatti — benché già si pensasse a un magnifico Teatro dell'Opera, degno d'una capitale europea, da costruirsi nelle lontananze metropolitane «al di là della 49a Strada» — la buona...

Incipit di “Madame de Treymes”, di Edith Wharton Mentre attendeva che Madame de Malrive s’infila…

Mentre attendeva che Madame de Malrive s'infilasse i guanti, John Durham sostava nel vano del portone guardando oltre Rue de Rivoli la luminosità pomeridiana dei giardini delle Tuileries. I suoi soggiorni in Europa erano abbastanza rari da mantenere indenne la freschezza dell'occhio e sempre lo colpiva di nuovo lo spettacolo vasto...

Incipit di “I ragazzi”, di Edith Wharton Il grande transatlantico sembrava incombere sui…

Il grande transatlantico sembrava incombere sui rimorchiatori che gli brulicavano attorno nella baia di Algeri, mentre Martin Boyne, dal ponte della passeggiata, guardava in basso, sulla folla dei passeggeri di prima classe che si spintonavano sulla passerella, le facce rivolte in su, inconsciamente esposte alla sua ispezione. "Non c'è un'anima con...

Incipit di “L’usanza del paese”, di Edith Wharton “Undine Spragg… come ti permetti?”, protestò …

"Undine Spragg... come ti permetti?", protestò la madre, alzando la mano prematuramente rugosa e carica d'anelli a difendere un biglietto che un fattorino esangue aveva appena portato. Ma il gesto era debole tanto quanto le parole di protesta, e la signora continuò a sorridere alla sua ospite, mentre la signorina Spragg,...