Con Anacreonte e Teognide, e per gran parte con Alceo e Simonide, nessuno scrive più poesia con la passione religiosa che anima Omero, Esiodo e Solone.
Proprio l'essere apparentemente più inadatto, colui a cui nessuno avrebbe pensato (e lui meno di tutti), che forse già perseguiva piani del tutto opposti, diventa oggetto della chiamata.
L'Autore ha il dono di presentare questioni scottanti della fede cristiana con grande chiarezza e allo stesso tempo con decisione, per specialisti come per profani.
Ciò che viene detto sull'amore, sulla grazia, sul sorvolare e dimenticare, e così via, avrebbe potuto essere scoperto senza l'irradiamento di luce teologica?
La danza sacra che i filosofi di oggi fanno attorno all'hegelismo, ultima tappa della filosofia prima del materialismo e del positivismo, si rivela infeconda e sterile, gira solo attorno a se stessa, dimenticando sempre più il vero mistero: quello della Croce e della sua presenza reale nella Chiesa di tutti...
Dio non è un oggetto che possa venire dominato dal conoscere come potere, a quel modo che (da Descartes, anzi da prima da Francesco Bacone) le moderne scienze della natura, e le assai affini scienze antropologiche, si pongono nei confronti dei loro oggetti.
La vera difficoltà è che gli dei – quanto più il concetto della divinità si fa puro e filosofico – non possono più neppure avere a che fare con il dolore che è piombato sull'uomo.