Il Federer di oggi è infatti praticamente ingiocabile. Per cominciare, il suo campo pare più stretto degli abituali otto metri e ventitré, perché il fenomeno posa i piedini negli immediati dintorni della linea di fondo, e si rifiuta recisamente quanto serenamente di indietreggiare. Lì piazzato, Roger ribatte tutto quanto l'avversario...
Nel 1977, Vilas vinse quarantasette partite, prima di cadere alla quarantottesima in modo curioso. Un genietto austriaco, Werner Fisher, aveva inventato un curioso modo di incordare le racchette, e un filologo yankee le aveva soprannominate "Racchette Spaghetti". La rotazione assestata alla palla era tale che, indignato, Vilas si ritirò per...
Ho visto per la prima volta il giovane Federer nel corso del torneo jr. di Wimbledon del 1998. Era il 2° o 3° turno di una gara che avrebbe finito col dominare, e io passavo per caso tra i vialetti dei campi secondari. Vidi un tipo battere, fare un passo...
Ancora adesso, scrollo la testa. Quel passante, che forse Dino Zoff avrebbe deviato in angolo, Adrianoarrivò a giocarlo, e a metterlo dove andava messo, fuori portata.
Alcuni tennisti immortali hanno iniziato giocando al benedetto battimuro. Ha cominciato così René Lacoste, quello del coccodrilletto, e ci giocava tanto che suo papà doveva fargli intonacare il muro ad ogni stagione.
«Se Cochet – è stato scritto – fu l'inventore di se stesso, e Borotra il regista di se stesso, Lacoste fu il suo stesso allenatore». Un allenatore raffinatissimo, severo sino alla crudeltà, addirittura maniaco.
Stupendo volleatore, rovescio angelico, perenne eleganza e correttezza, si implicò in una fiera rivalità con Boris Becker in tre deliziose finali, vincendone due. Ultimo rappresentante, insieme con l'avversario, di una specie di tennista ormai scomparsa, il serve and volleyer.
È probabilmente per questa sua indifferenza, questo fatalismo, che Marat non rimane negli annali come il suo talento gli avrebbe concesso. In un mondo in cui il professionismo richiede ormai devozione assoluta, Marat è stato capace di vivere come un tipo bizzarro, ma dilettante. Oltre alle risse, delle quali portava...
Fu, quella di New York la volta che vidi Sampras incredulo ancor prima che battuto, ricordo addirittura un suo esordio in conferenza stampa in cui mi parve desideroso di un umano conforto, invece che di una scusa tattica; «Safin ha giocato un tennis che non conoscevo», disse, e nello scuotere...