Se dovessi tornare a nascere, rinascerei a Talla. E' un paese di nemmeno mille anime. Ti diverti pescando le trote con le mani, da sotto ai sassi. A suonare i campanelli delle case dei vecchietti e scappar via. Quando smetterò di giocare a calcio tornerò a vivere lì.
Quando ero piccolo e facevo i provini, li temevo. Mio padre allora mi diceva: "Guarda che hanno tutti due gambe come te". E poi quando ero fuori rosa, a Cesena, e volevo smettere, i miei agenti Marinelli e Valcareggi mi ripetevano "non mollare, non farlo mai". Parole che mi sono...
Quando entri a Vinovosenti che non puoi sbagliare. Ci sono regole. E la prima è che devi vincere. Se hai già vinto non conta: devi vincere di nuovo. Conta solo quello che fai, se sgarri sei fuori
Ho una croce tatuata sul fianco e la frase "Dio aiutami ad amarmi" scritta in inglese sul braccio destro. Prego, ma non ho mai chiesto favori per la carriera.
A Talla avevo una Fiat Panda. E' stata sostituita prima da una Ford Fiesta, poi a Cesena dall'Audi, e dalla Maserati quando sono arrivato alla Juve. Ora mi fermo.
Per uno che come me veniva da Cesena, lì o migliori o muori. Io sono cresciuto e ho dimostrato di poterci stare. E' stata una prova difficile. Arrivavo che la Juve veniva da due settimi posti, e Giaccherini non era nessuno. Per questo è stata ancora più bella la vittoria....
Se con il Cesena non fosse andata, avrei trovato una squadra in Promozione e mi sarei messo a cercare lavoro. Avevo un diploma da perito meccanico, potevo trovare qualcosa. Da piccolo in realtà volevo fare il pilota di aerei.
All'inizio era tutto nuovo: la cena alle 6 del pomeriggio, l'allenamento alle 9 di mattina, la lingua che ancora non sapevo, e i rapporti in squadra che stentavano a nascere.