In un'intervista, a Mosca, un giornalista mi chiese: ma lei, era lì quando ha scattato questa foto? Be', sembra ridicolo, ma continuo a ripensare a quella domanda. A volte un fotografo scatta automaticamente senza essere davvero lì.
Di me dicono che sono un umorista: le mie foto dei cani che saltano quando gli abbaio, o suono la trombetta... La cosa più difficile e utile al mondo è far ridere la gente.
Non mi ritengo un giornalista. Mi sono trovato in situazioni in cui la notizia si imponeva, ad esempio quando a Mosca mi passò davanti una sfilata militare coi missili che nessuno in Occidente aveva ancora visto. Ma solo perché ero già lì. Fotografare è soprattutto essere lì. Non amo essere...
Qualche volta ho fatto foto che forse erano utili. Segregazione razziale, Guerra fredda... Ma non l'ho fatto in modo premeditato. Le fotografie non si preparano, si aspettano. Si ricevono.
Alcune foto non sono fotografie. Sono immagini con una faccia sopra. Non sono foto cattive, anzi sono molto carine, ma le buone fotografie sono quelle che mostrano ciò che nessuno di solito vede o vuol vedere.