Avevo quindici anni, ero in Germania a Mannheim per un torneo giovanile, una delle prime uscite lontano da casa come giocatore di basket. Io e i miei compagni fummo travolti dall'affetto dei nostri connazionali emigrati per lavoro. Ogni volta che giocavano eravamo attorniati da decine di tricolori. Dopo aver vinto...
E' stato bello accorgersi che raccontare di quei tempi non significava parlare di partite e canestri: significava parlare di persone. Ecco perché nel libro il lettore non troverà la storia delle nostre vittorie, ma verrà accompagnato nel viaggio surreale in un mondo popolato da esseri incredibili. Si parla di scherzi,...
Sarà anche un luogo comune, ma meno male che ci sono gli azzurri di tutte le discipline a calamitare l'orgoglio nazionale. Vorrei che tutti potessero capire cosa si prova quando indossi la maglia della Nazionale italiana e la difendi in casa e all'estero.
Oggi c'è molta più pressione, si giocano tantissime partite e i giocatori cambiano di continuo squadra. Ai miei tempi c'era un nucleo di italiani più un americano che doveva adattarsi. Ora succede esattamente il contrario.
Noi avevamo la chitarra ed eravamo in qualche modo costretti a socializzare. Oggi invece ci sono iphone, ipad, ipod e compagnia bella. Niente di male, per carità ma l'importante è non dimenticare che lo sport agonistico non è solo una fatica. Bisogna anche divertirsi, dentro e fuori dal campo.