Venire qui ad allenare l'Inter – la sua maglia importante, una società con una grande storia non solo nel panorama italiano, ma anche in quello mondiale – mi trasmette un grande senso di rispetto e responsabilità che mi convolge e mi rende orgoglioso.
È un ragazzo d'oro, ha tutto per essere un campione. Però mi fa disperare: a volte mi accorgo che è il momento di mandarlo in campo, ma lui non tocca il pallone, non rincorre gli avversari, guarda la partita. Poi il giorno dopo in allenamento fa il fenomeno. Gli dico:...
Alla Juventus sono solo arrivato nel momento sbagliato, con l'attuale dirigenza sarebbe stato diverso. Alla Roma avrei fatto meglio a lasciare dopo il primo anno perché avevo capito che non si poteva investire. All'Inter dovevo andare via dopo la cessione di Thiago Motta: il ridimensionamento era evidente.
Il possesso palla mi piace se hai una squadra con molta qualità, con quelle caratteristiche, perché se tu hai molto possesso di palla significa che al 70% la squadra che hai davanti ripiega e ti aspetta, e poi dopo devi avere dei giocatori che hanno la chiave per aprire la...
Fare calcio in Italia è difficile forse perché siamo un pochino esasperati da tutto il contorno. Si parte sempre con: "Abbiamo un progetto, abbiamo un programma, facciamo questo, facciamo quell'altro", poi bastano tre partite per mandare all'aria tutti i progetti e tutti i programmi, tutte le convinzioni che quello fosse...
Credo che nel calcio non ci sia da inventare, ma magari da rivedere, da ricambiare, da studiare, da imparare da come giocano gli altri e poi cercare di batterli. Questo è quello che faccio ogni volta che magari non ho la possibilità di allenare; la mia più grande ansia è...
È una baruffa estiva, le sue parole vanno prese per quelle che sono. Ha fatto vedere subito personalità, chiarezza e il suo stile. Ecco cosa pensa dei suoi colleghi. Lo posso capire, dopotutto è venuto in Italia al posto di Mancini, nella squadra che ha vinto gli ultimi 2 scudetti....