La politica, secondo me, non è affare per lui. E poi la politica vuol dire divisione, non unione. Un uomo politico è uomo di gruppo, di partito. Ed è questa la contraddizione, perché Kasparov avrebbe potuto essere un ottimo re ma non lo è mai stato, pur essendo uno scacchista...
Aveva un modo di giocare politico. Un grande campione, con colossali conoscenze. Uno scacchista aggressivo, d'attacco. Ha sempre giocato prendendo l'iniziativa e non può giocare senza farlo. Una mentalità certamente politica ma che per lui, sulla scacchiera, ha anche significato una certa unilateralità.
Normalmente la commistione tra scacchi e politica va a finire male. Il significato di essere campione del mondo, re degli scacchi, è quello di rinforzare la piramide mondiale scacchistica, un regno che non ha frontiere. Unire gente di varie confessioni, varie fedi, culture, etnie.
Quello di Fischer non è un caso comune. Sono un vecchio amico di Bobby fin dal 1960, quando vincemmo ex aequo al torneo di Mar-del-Plata. Bobby ha una personalità tormentata, me ne accorsi subito: è onesto e altruista, ma assolutamente asociale. Non si adegua al modo di vita di tutti,...
Se lei è un dilettante e vuole raggiungere certe vette, allora certamente il gioco perfeziona, affina l'intelletto, prepara alla lotta. Allora potrà aderire a qualunque partito e fronteggiare qualsiasi altra formazione. Ma qui stiamo parlando di colui che dovrebbe essere il sovrano, il campione del mondo! Una volta che si...