Non volevo essere una leggenda. Poi ho pensato che le mie vittorie potevano far felici gli anziani, i poveri, gli emarginati. Per loro ho accettato anche di passare per un idolo.
C'è qualcosa di sensuale nelle loro grida, mi chiedo se si distruggano le corde vocali o se sia una espressione di pazzia, comunque bisogna ridurre questi gemiti, non si può continuare così.
In un certo senso Roger è vittima della sua grande qualità: lui è stato il primo all-surface man, e oggi non soltanto i migliori seguono il suo esempio, ma ogni tennista con ambizioni tende a farlo. In questo senso il tennis è diventato ancora più competitivo e sempre più insidioso,...
Sono un tipo esigente, mi piace avere e dare il meglio, mi considero un uomo prima che un tennista, anzi un uomo che fa molte cose, che è curioso della vita. Mi interessa ogni aspetto di quello che accade, sia che si parli di tennis che di altre argomenti.
A volte penso di essere nato troppo tardi. Avrei voluto vivere negli anni Sessanta, quelli della contestazione, quando la gente scendeva in strada per gridare la propria rabbia.
Soprattutto per tutta la preparazione mentale che bisogna fare prima di approcciare un torneo. Questo agonismo, misto alla tattica, lo rende uno sport vero e proprio.
Mi sento molto lusingato quando entro in una stanza e tutti si voltano per guardarmi. Il mio nome oggi è conosciuto in tutto il mondo e io vorrei trarne vantaggio.
Match point. Faccio rimbalzare la palla cercando la concentrazione, la lancio in aria, contro il cielo azzurro. L'elettricità sul centrale si taglia col coltello. E in quel momento provo l'emozione più forte di tutta la mia vita.