Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l'ho chiesto ai medici mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l'ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Però io fin da subito ho capito che sarei riuscita a ritornare.
Attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un'amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri.
Siamo tutti ragazzi speciali, venti ragazzi, e ognuno di noi ha un'amputazione, e il nostro scopo è permettere a tutti quelli come noi di avere quello che manca, come una carrozzina, una stampella, una protesi, per fare sport.