Il disegno originario di Dio nel crearci sempre e solo come maschi o come femmine vuol educarci a capire il peso dell'"io" e il peso dell'"altro". La differenza sessuale si rivela così come una grande scuola. Si tratta di imparare l'"io" attraverso l'"altro" e l'"altro" attraverso l'"io".
Viverne la bellezza significa strappare la sessualità al dualismo tra spirito e corpo; come se trattenessimo la sessualità nell'animalesco e poi a tratti avessimo spiritualissimi slanci d'intenzione di bell'amore.
La differenza sessuale svela che l'alterità è una dimensione interna alla persona stessa, che ne segna la strutturale insufficienza, aprendola in tal modo al "fuori di sé".
Maria è la primaa trattare Dio come familiare. E dice sì all'Angelo solo dopo aver interloquito criticamente con lui. Non è certo una sprovveduta. Se milioni e milioni di persone visitano ogni anno i santuari mariani è perché in quella ragazza trovano una via.
Una libertà religiosa rettamente intesa scardina inevitabilmente il drastico quanto irrealistico dualismo pubblico-privato tramandatoci dalla tradizione illuministico-liberale.
La Chiesa, in modo diretto o indiretto, diventa condizione indispensabile per desiderare Dio, perché Essa è il luogo umano, il popolo che rende possibile la testimonianza come esperienza quotidiana.
L'umana natura, pur ferita dal peccato originale, non si è mai corrotta fino a perdere i suoi tratti essenziali, né mai si potrà corrompere completamente.
Lo Stato smetta di gestire la scuola e si limiti a governarla. Rinunci a farsi fattore propositivo diretto di progetti scolastici per lasciare questo compito alla società civile.