Gramellini, su Leo Messi e le donazioni richieste al suo matrimonio Non c’è dubbio che uno dei temi più sentiti dal…

Non c’è dubbio che uno dei temi più sentiti dalla popolazione mondiale sia la condizione drammatica in cui versano i miliardari. Sono sempre di meno e per esorcizzare il fantasma della solitudine ricorrono ai pretesti più vari, come il ritrovarsi al matrimonio di uno di loro, il calciatore Leo Messi. In calce all’invito era precisato che, invece del classico regalo di nozze, gli sposi avrebbero gradito una donazione a favore dell’edilizia popolare argentina, perdurando anche in quel Paese il rifiuto dei poveri di abitare nelle ville. La colletta ha raccolto una somma pari a 37 euro per invitato, meno di quanto versa a Telethon un ragioniere di Busto Arsizio. Bisogna però tenere conto che tra i sottoscrittori abbondavano i casi disperati. La cantante Shakira, che a ogni vibrazione d’ugola incassa come il prodotto interno del Mozambico, aveva il portafogli colpito da un attacco di raucedine. E il marito Piquè, difensore del Barcellona con la passione per il gioco, aveva appena fatto una donazione di 15mila dollari a un casino (con l’accento) poco distante: in tasca gli erano rimasti solo spiccioli. Quanto a un altro collega dello sposo, Neymar, i 30 milioni di euro che gli passerà ogni anno il Paris St Germain bastano a stento per l’affitto, considerato il costo delle case a Parigi.

La ricchezza è una condizione dello spirito. Chi è nato povero, lo rimane anche dopo avere fatto i soldi. Propongo di aprire una sottoscrizione a favore degli amici di Messi. Sono peggio che poveri. Miserabili.

[Il Caffè di Gramellini, Corriere.it, “Messi male”, 5 agosto 2017]

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