Citazione di Massimo Gramellini Un pendolare in pensione si è autodenunciato al…

Un pendolare in pensione si è autodenunciato alle Ferrovie, confessando di avere timbrato più volte – due, tre, forse addirittura quattro – un biglietto scaduto. Il crimine risalirebbe al 1967, appena cinquant’anni fa, quando il pendolare era un adolescente sensibile al richiamo della trasgressione. Nella sua lettera rivela di avere pagato quel breve momento di follia con una vita di rimorsi: «Sono tormentato dai sensi di colpa e vorrei rimediare al danno che vi ho causato». La cifra sottratta alla società si aggirerebbe sui settanta euro, meno di un bonus di Renzi, e le Ferrovie gliel’hanno benignamente condonata. Ma è con orgoglio patriottico che qui si segnala questa storia esemplare di onestà civica.
Soltanto nelle nazioni ben governate come la nostra, dove il tasso di moralità delle istituzioni è altissimo, può succedere che un cittadino viva ogni infrazione commessa, ancorché minima, come una rottura del patto sociale. In altri Paesi meno civili, di cui per decenza tacerò il nome, il pendolare abusivo avrebbe scritto alle Ferrovie per chiedere un risarcimento danni, incolpandole del suo tardivo mal di schiena. Perché – in quei Paesi – a sentirsi un fesso non è chi viola le regole, ma chi le rispetta.

P.S. Mi informano in questo momento che il pendolare è un cittadino svizzero e che la tratta ferroviaria su cui da giovane viaggiava a sbafo è la Berna-Soletta, rigorosamente elvetica. Chiedo scusa per l’imperdonabile equivoco. A certe latitudini le «solette» lasciano indifferenti. Ci si muove soltanto per le «sole».

Cit.

Lasciatemi pagare, ‘Il caffè’, Corriere.it, 3 ottobre 2017

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