È lì, sul set di quel film[Un maledetto imbroglio]– un film che io giudico perfetto, straordinario, sia come struttura sia come sceneggiatura – che ho cominciato a innamorarmi del mio mestiere: ho capito come ci si doveva comportare davanti alla macchina da presa[…]Ho cominciato a «sentire» la macchina[…]Per la prima volta, diretta da Germi, mi sono sentita a mio agio: perché capivo che facevo tutt’uno con la macchina, se era collocata nel punto giusto. Sentivo che quell’occhio era mio amico, mio complice: e mi sono liberata dalle mie inibizioni.
Cit.
Io, Claudia – Tu, Claudia