Con Burt Lancaster ho girato quattro film[…]Eppure l’ho conosciuto pochissimo: era un uomo straordinariamente chiuso e riservato.[…]Era bello come un eroe dell’antica Grecia, e curava quasi maniacalmente questa sua perfezione fisica. Non meno di quanto curasse la sua professionalità: è da lui che ho imparato il valore della serietà sul lavoro.[…]Per il resto, era molto misterioso, difficilissimo da capire: raramente si apriva, parlava di sé[…]una persona piena di orgogliosissima dignità.[…]Con me, nei limiti della sua totale incapacità di essere espansivo, è stato estremamente gentile, amichevole: quando sono arrivata in America, mi ha accolto a casa sua con grande affetto.[…]Mi ha lasciato il ricordo di quel corpo meraviglioso, così ingiustamente insultato dalla malattia. E di quello sguardo che anche nella vita, non solo sullo schermo, era così trasparente, luminoso: incredibile. Insieme al ricordo di gesti e atteggiamenti anche molto scioccanti, raffinatissimo conoscitore di arte e pittura, uomo di belle letture e di modi anche raffinati, quando voleva, si lasciava andare, a tavola per esempio, a maniere da cow-boy, da macho persino volgare.
Cit.
Io, Claudia – Tu, Claudia