[Vienna]16 aprile 1924
Cara Julca,
ho ricevuto la tua lettera dell’8, che ha dissipato tutte le nubi e tutti gli equivoci. Non dobbiamo più parlare di «morbosità» né di altre consimili sciocchezze. Dobbiamo solo volerci bene e avere pazienza, aspettare di trovarci ancora insieme e cercare di trovare il modo di stare insieme quanto più a lungo è possibile. Ecco la sola causa di tutto il nostro malessere, che c’induce ad approfondire, cioè a dilaniare inutilmente noi stessi, in traccia di cause recondite. Io certamente non mi ci lascerò più prendere a questo atroce gioco. Sono tranquillo, sono sicuro, non ho più dubbi, nessuna goccia di metallo fuso minaccia le mie tenere carni. Non sarà facile aver pazienza, ma, insomma, non creerò più una metafisica dell’impazienza.
Incipit
Nuove lettere