[Su Gabriele d’Annunzio]Nei suoi versi c’è una triplice fonte di suoni, di profumi e colori che immergono il lettore in una riserie meravigliosa di cui si potrebbe trovare l’equivalente soltanto riunendo le qualità speciali di un Baudelaire, di un Verlaine, di uno Shelley, di uno Swinburne.
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