Citazione di Curzio Malaparte Trattenni il cavallo, tesi l’orecchio. Udii ver…

Trattenni il cavallo, tesi l’orecchio. Udii veramente parlare sul mio capo, voci umane passar nell’aria nera, alte sulla mia testa. “Wer da?” gridai “chi va là?” (…) Le voci passavano alte sulla mia testa, erano proprio parole umane, parole tedesche, russe, ebraiche. Le voci erano forti, che si parlavan tra loro, ma un po’ stridule: talvolta dure, talvolta fredde e fragili come il vento, e spesso si rompevano in fondo alle parole con quel tintinnio del vetro che urta in una pietra. Allora gridai di nuovo: “Wer da? chi va là?”. “Chi sei? che vuoi? chi è? chi è?” risposero alcune voci, correndo alte sulla mia testa. (…) “Sono un uomo, sono un cristiano” dissi. Un riso stridulo corse nel cielo nero, si perdé lontano nella notte. E una voce, più delle altre forte, gridò: “Ah, sei un cristiano, tu?”. Io risposi: “Sì, sono un cristiano”. Una risata di scherno accolse le mie parole, e alto correndo sulla mia testa si allontanò, andò a spegnersi a poco a poco laggiù nella notte. “E non ti vergogni d’esser cristiano?” gridò la voce.(…) Un grido di orrore mi si ruppe nella gola. Erano uomini crocifissi. Erano uomini inchiodati ai tronchi degli alberi, le braccia aperte in croce, i piedi congiunti, fissati al tronco da lunghi chiodi, o da fili di ferro attorti intorno alle caviglie.

Cit.

La pelle

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