Eccomi qui, alla fine del ’91, con tre figli e l’intenzione di giocare meno, proprio nel momento in cui l’ATP stava cercando di convincere i suoi migliori giocatori a giocare di più. Sentivo come se Larry poteva capire quel che provavo. Mi disse di dimenticarmi della classifica e di concentrarmi solo sui grandi eventi. Lui era fondamentalmente nuovo al coaching e sentivo che sarebbe stato un buon allenatore. Sapevo che lavorare con me sarebbe stato per lui un trampolino di lancio, e che mi avrebbe dato rinnovata energia, e questo è essenzialmente quel che successe.
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