Frase di Gianni Clerici […] Hoad era proprio diverso. Picchiava, salt…

[…]Hoad era proprio diverso. Picchiava, saltava, sbuffava, la camicia poteva anche uscirgli dai pantaloni – a Rosewall non uscì mai durante tutta la sua carriera – e c’era rischio che litigasse col pubblico, o con un giudice di linea. Si dannava per vincere, andava in forma, usciva di forma, si infuriava per una sconfitta e subito si dimenticava, c’era subito un bel concerto jazz o ancor meglio un bel match di boxe, e, infine, quando si fece maggiorenne, una bella bottiglia.[…]Il suo limite fu probabilmente l’incapacità ad attendere, a immaginare che quel divertimento in pieno sole, di fronte a migliaia di persone, avesse anche ben precise regole tattiche, e fosse strettamente connesso con la necessità di non sbagliare. massiccio com’era, Lew aveva bisogno di molto lavoro per andare in forma, e non sempre ne ebbe voglia, non sempre arrivò al massimo nel momento opportuno.

[la Repubblica, 5 luglio 1994]

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