Avevo forse 15 anni quando a scuola un bulletto, più grande di me di due o tre anni, mi sfida. Vincere una corsa è un gran vanto. Per molto tempo lo evito, ma alla fine cedo. Tutta la scuola è lì a guardarci. Lui scatta in anticipo e prende un bel vantaggio: a 20 metri dal traguardo si volta per sfottermi ed è lì che io lo supero. Da allora mi ha lasciato stare. Senza la corsa avremmo fatto a botte e le avrei prese.
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