Tuttavia c’è un terzo stato di esperienza religiosa che li riguarda tutti, sebbene solo raramente si trovi nella sua forma pura, e che chiameremo sentimento religioso cosmico. È molto difficile spiegare questo sentimento a chi ne sia totalmente privo, specialmente perché non c’è alcun concetto antropomorfico di Dio che vi corrisponde. L’individuo percepisce l’inutilità dei desideri e degli scopi umani e la sublimità e l’ordine meraviglioso che si manifestano in natura e nel mondo del pensiero. Considera l’esistenza individuale come una sorta di prigione e vuole indagare l’universo come un tutto unico pieno di significato.[…]Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell’uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati.[…]Secondo me, la funzione più importante dell’arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che non sono in grado di sentirlo.
[Da: Religion and Science, New York Times Magazine, 9 novembre 1930]
Cit.
Il mondo come io lo vedo