Le persone povere che assistiamo dimostrano nei nostri confronti una freddezza ed un’indifferenza scoraggiante. Si tratta di nature logorate dal progresso materiale che non offrono più nessun appiglio alla religione, che non hanno più il senso delle cose invisibili, che tendono la mano per avere il pane, mentre le loro orecchie restano quasi sempre “sorde” alla Parola che annunciamo a loro. Si tratta di anime che si guarderanno bene dal contraddire una sola delle nostre parole, ma che non per questo cambieranno le loro azioni. Il bene si fa soprattutto fra di noi. Speriamo di diventare un giorno operai abili e laboriosi; allora faremo una gara fra di noi a chi farà sbocciare più felicità e più virtù intorno.
[A Leonce Curnier, Lione, 29 ottobre 1835]
Cit.
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