Poi, con l’alba, torna la calma: con ammirato stupore gli inglesi si rendono conto di essere stati raggiunti di sorpresa e colpiti da un’arma nuova, inaspettata e sconosciuta, maneggiata da marinai italiani, mentre i prigionieri hanno la gioia di poter constatare gli effetti della loro azione. Narra Beccati, nella sua relazione: «Dalla batteria, potemmo vedere un incrociatore molto sbandato che dei rimorchiatori tentavano di portare in secco. Osservammo la baia piena di nafta che affiorava nella posizione della cisterna affondata, e lo sbandamento di una seconda petroliera che dava l’impressione che affondasse». Dalla relazione del sottotenente di vascello Angelo Cabrini, redatta al ritorno dalla prigionia.
Cit.
Decima Flottiglia Mas