[Su Gandhi]Intorno a lui c’è una semplicità quasi simile a quella di un bambino. I suoi modi sono gentili e cortesi anche quando tratta con gli avversari, ed è di una sincerità incontaminata. È modesto e senza pretese, al punto che qualche volta può sembrare quasi timido, esitante quando asserisce qualcosa, tuttavia sentite il suo spirito indomabile. Non cerca scuse se deve ammettere di aver sbagliato… Letteralmente “patito della moltitudine che lo adora,” non ha molta fiducia nelle maggioranze e teme “il governo di massa” e le passioni scatenate della plebaglia. Si sente a suo agio soltanto in una minoranza, ed è felicissimo quando, in solitudine meditativa, può ascolatare la “piccola voce tranquilla” dentro di sé. Questo è l’uomo che ha incitato trecento milioni di persone alla rivolta, che ha fatto tremare le fondamenta dell’impero inglese, e ha introdotto nella politica umana l’afflato religioso più forte degli ultimi duecento anni.[3]
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