Facce spettrali
di lune, sorgenti
silenti
sull’ali
impalpabili.
Riverberi di stelle
opaline come lampadine
infinite nel cielo di pece.
Goccioline di pioggia
stillanti
come tanti
smeraldi su scheletri arborei,
giganti nodosi e contorti,
come morti,
nello spasimo infinito
sull’aspro
cammino del dolore.
Riverberi di vespro
sanguinolenti come carne
macellata da poco.
Roco
lamento di fronde ingiallite
e cadenti, marcite
nella mota non sazia
di pasto.
Impasto d’ombra verdastra e di fango
sul cànlice de’ prati
pallenti
e morenti.
Titolo della poesia
Visioni autunnali